Anna de Mendoza y de La Cerda
Anna Mendoza y da La Cerda

EBOLI
O don fatale, o don crudel
Che in suo furor mi fece il cielo!
Tu che ci fui si vane, altere,
Ti maledico, o mia beltà.
Versar, versar sol posso il pianto,
Speme non ho, soffrir dovrò;
il mio delitto è orribil tanto
Che cancellar mai non potrò!
O mia regina! Io t'immolai
Al folle error di questo cor.
Solo in chiostro al mondo ormai
Dovrò celar il mio dolor!
O ciel! E Carlo! a morte domani
andar vedrò!
Ah! un di mi resta la speme m'arride.
Sia benedetto il ciel! io salverò!

Anna de Mendoza(1540-1592), conosciuta come la principessa di Eboli, fu anche Duchessa di Francavilla. Era l'unica figlia nata dal matrimonio di Diego Hurtado de Mendoza Principe di Mileto e Duca di Francavilla (1500-1578) e donna Caterina de Silva y Andrade (1510-576).

In entrambi i rami della sua famiglia erano presenti molte personalità influenti e potenti:

da parte paterna c’era il Marchese di Santillana, il Gran Cardinale Pedro Gonzales de Mendoza. Sua nonna Donna Anna de la Cerda, era figlia dei duchi di Medinaceli sposa del primo Conte di Mileto, don Diego di Mendoza, che era il secondogenito del cardinale Mendoza e di donna Mencia di Lemos, nobil donna portoghese al seguito di Donna Giovanna del Portogallo, moglie di Enrico IV di Castiglia (1454-1474).

Per la parte materna è il consigliere del futuro re di Spagna il principe Filippo.

Nel 1552, all'età di 13 anni, Anna venne data in sposa a Ruy Gomez de Silva (1516-1573), amico e consigliere del principe Filippo (1527-1598), futuro re di Spagna.

L'unione tra i due, fu fortemente voluta da Filippo e si svolse, in modo del tutto singolare, senza la presenza dello sposo, impegnato in delicati questioni di Stato all’estero.

A seguito del matrimonio Diego Hurtado de Mendoza, trasferì ai novelli sposi tutti i suoi possedimenti nel Regno di Napoli ed il titolo di Conte di Mileto.

Dalla pelle molto chiara e dai capelli castani scuro, dotata di uno sguardo magnetico ebbe una decina di gravidanze in dieci anni di matrimonio.

Anna de Mendoza era considerata una delle donne più talentuose del suo tempo, e anche senza un occhio, una delle donne più belle e affascinanti delle corti spagnole ed europee: era molto ambiziosa e aveva un temperamento cangiante, dovuto forse anche all'incidente che la costrinse a portare una spessa lente opaca sull’occhio destro.

Alcuni sostengono che il suo occhio fu ferito dalla punta di una spada quando era ancora bambina ma questa tesi, non ha mai avuto conferma. Altri ancora dicono che a procurargli la ferita fu il primogenito di Filippo II, Don Carlos, principe delle Asturie (1545-1568).

Il giovane Carlos, coetaneo di Anna aveva manifestato fin da piccolo segni di un possibile squilibrio mentale. Questi, infatti, era solito torturare e aggredire senza motivo compagne di gioco.

Anche questa tesi però non ha mai trovato un riscontro. Alcuni sostengono addirittura che la benda servisse semplicemente per coprire il suo strabismo.

Ruy Gomez de Silva

Quando finalmente Ruy Gomez tornò in Spagna, dopo cinque anni nei quali era stato per conto del Re in Inghilterra, Italia e nei Paesi Bassi, Anna insieme al marito si dedicò all’immenso patrimonio familiare e allo sviluppo del ducato di Pastrana, forse anche con l’ambizione, andata poi delusa, di farne addirittura la capitale della Spagna.

Il loro matrimonio durò circa quattordici anni e vissero prevalentemente a Pastrana, dove Anna venne a conoscenza e rimase affascinata da Santa Teresa d’Avila (1515-1582) e dalla sua Riforma, tanto da proporsi per la costruzione di convento a Pastrana.

Anna pensava ad un convento nel quale le monache potessero condurre una esistenza austera e in completa povertà; su questa impostazione si consumarono le prime divergenze con la Santa, che invece riteneva che le monache non dovessero essere ridotte alla questua, perché non avrebbero avuto il tempo necessario per dedicarsi alla vita contemplativa secondo la regola del Carmelo, e cosciente della povertà degli abitanti di Pastrana, riteneva che l’indipendenza del convento la potevano garantire solo le rendite. Grazie al sostegno di Ruy Gomez, si affermò la tesi di Santa Teresa.

Stranamente, dopo questo avvenimento, a Pastrana qualcuno rese pubblici i pensieri, le preghiere e le parole d’amore che Santa Teresa rivolgeva a Dio, mettendo quest'ultima in serie difficoltà con la Santa Inquisizione.

Dopo la morte del marito, Ruy Gomez de Silva, avvenuta durante una missione a Madrid il 29 luglio del 1573, Anna ritornò a Pastrana e manifestò la volontà di prendere i voti ed entrare quindi nel convento delle Carmelitane che lei aveva fatto costruire.

Per Santa Teresa cominciò un altro periodo difficile dovuto allo stile di vita che la principessa di Eboli conduceva che era poco consono a quello claustrale. Finché, una notte, la Santa raccolse le sue monache, e abbandonò per sempre Pastrana concludendo così il difficile rapporto con Anna Mendoza ch’era stata la sua grande ma dispotica benefattrice.

L’importanza del suo cognome, le potenti amicizie che era riuscita a costruire nel tempo, nonché  l’influenza che le derivava dall’amicizia con il Re di Spagna, consentirono ad Anna Mendoza di ottenere per la maggior parte dei propri figli posizioni di grande rilievo:

la figlia maggiore Anna de Silva y Mendoza (1561-1610) sposò il potente Alonso Perez de Guzman (1550-1615), duca di Medina Sidonia;

il secondogenito Rodrigo (1562-1596), ereditò il ducato di Pastrana e diventò duca di Francavilla;

Fernando (1570-1639) scelse di diventare frate francescano, cambiò il suo nome in frate Pedro Gonzalez de Mendoza e divenne poi arcivescovo di Granata.

La morte di Ruy Gomez la rese erede universale di un ingente patrimonio che ebbe molte difficoltà a gestire, tanto che il Re la richiamò e le ordinò di onorare il ruolo che le competeva piuttosto che dedicarsi alla vita monastica.

Donna Anna si trasferì a Madrid, a corte, e da quel momento cominciarono le sue disavventure.

La sua amicizia con Filippo II se da una parte la rese temuta a Corte e le consentì di costruire potenti rapporti d'amicizia, dall’altra diede adito a sospetti e dicerie sul fatto che lei potesse essere l'amante del Re.

Antonio Perez

Circa l'eventuale tresca con Filippo II, vi sono diverse tesi contraddittorie, quello che è certo è che una volta rimasta vedova Anna iniziò una relazione intima con Antonio Perez, consigliere del Re.

Non si conosce esattamente la natura del rapporto con il Perez, se questo fosse d’amore, puramente politico o se semplicemente Anna fosse alla ricerca di qualcuno che riempisse il vuoto che le aveva lasciato la morte del marito.

Alcune ricostruzioni storiche fanno emergere però, che la loro relazione, forse anche intima, altro non era che una alleanza per ottenere grandi benefici per entrambi.

In particolare la principessa, donna molto influente ed ambiziosa stava cercando di impossessarsi del trono del Portogallo, combinando, con l’aiuto di Antonio Perez, il matrimonio di sua figlia con il figlio dei duchi di Braganza, i contendenti più accreditati, insieme a Filippo II di Spagna, al trono portoghese.

La fortuna di Anna e di Antonio Perez, venne meno quando quest'ultimo convinse Re Filippo II ad eliminare, il 31 marzo del 1578, Juan de Escobedo, segretario di Don Giovanni d’Austria (1547-1578), governatore delle Fiandre, inducendolo a credere che fosse un traditore e che stesse istigando lo stesso principe Giovanni al tradimento.

Quando il re si rese conto che era stato complice di un omicidio perché tradito, li fece arrestare entrambi .

Da questo episodio nasce la vulgata che il re essendo follemente innamorato della duchessa di Francavilla, ordinò l’arresto di Anna e di Antonio per motivi legati alla sua gelosia quando ne scoprì la relazione tra i due, inventando delle accuse a loro carico.

Da queste accuse Anna si difese rispondendo violentemente e accusando a sua volta, tanto da farla esporre contro lo stesso Filippo II.

La notte del 29 luglio1579 Anna Mendoza y de La Cerda fu imprigionata insieme ad Antonio Perez.

Furono condotti in due luoghi diversi:
nella Torre di Pinto vicino a Madrid e poi nella fortezza di Santorcaz lei e nella residenza di Alvaro Garcia de Toledo lui.

Su suggerimento del Presidente del Consiglio di Castiglia, Don Antonio de Pazos (1524-1586), con la motivazione che ormai la sua mente era malata, Anna fu, nella primavera del 1581, confinata nel suo palazzo di Pastrana dove trascorse la sua vita agli arresti domiciliari.

Quando nel 1590 Antonio Perez, aiutato dalla moglie, riuscì a fuggire dalla sua prigione, Filippo II per evitare che i due complici si potessero incontrare fece installare delle sbarre su tutte le porte e le finestre del palazzo ducale di Pastrana dove era confinata la principessa di Eboli. Inoltre con l’accusa di non essere più in grado di gestire il patrimonio di famiglia, Anna venne privata della patria potestà e le fu consentita una sola ora d’aria al giorno dal balcone ingabbiato del palazzo ducale che affaccia sulla piazza che ha, per questa ragione, il nome di “Plaza de la Hora”.

Nella “prigione” di Pastrana, la duchessa di Francavilla era assistita da tre dei suoi servi e dalla sua figlia più giovane, Anna de Silva y Mendoza (1571-?), che rimase con la madre fino alla sua morte per poi farsi suora.

L'ira, la crudeltà e il disprezzo del Re di Spagna, era tale che nemmeno le lettere di appello della stessa principessa Anna servirono ad ammorbidirlo.

Fu quindi un affare di stato e non una squallida bega d’amore a portare all’esilio di Antonio Perez, e alla segregazione nel suo palazzo di Pastrana della principessa di Eboli.

Anna, la Principessa di Eboli e duchessa di Francavilla morì il 2 febbraio del 1592 e fu sepolta accanto a suo marito a Pastrana.

Considerata la sua storia, il suo fascino e il suo mistero, accentuato dalla benda sull’occhio destro, la vita mondana, gli amori veri o presunti, gli intrighi politici, la lunga prigionia e la morte silenziosa, molti autori hanno definito la vita di Anna de Mendoza y de La Cerda la “Leggenda Nera” , definizione che ancora oggi è presente nell’immaginario collettivo.

La “Leggenda Nera” è stata anche alimentata nel tempo da artisti come Giuseppe Verdi che, nell’opera Don Carlos, ha rappresentato il personaggio di Donna Anna con il ruolo di mezzosoprano e col nome “Eboli”, in contrapposizione al personaggio della “Regina” rivale in amore.

Verdi fa cantare al personaggio di Anna forse la più bella delle arie dell’opera, nella quale la donna rimpiange la sua bellezza ( “dono fatal” , “dono crudel”) che ritiene sia la causa per la quale viene a trovarsi spesso nei guai, ma che nello stesso tempo è l’arma di cui si serve per conquistare; o come Schiller nel 700 o dalla scrittrice irlandese Kate O’ Brien, con il romanzo “That Lady”, da cui fu tratta una commedia rappresentata a Broadway, che fu un fallimento storico; oppure dal film “La principessa di Mendoza”, con Olivia de Havilland, dove la trama che viene narrata è l’ amore segreto da parte del re Filippo II non corrisposto da Anna, preferendo il suo consigliere reale Antonio Perez, e che la porterà per punizione del sovrano, al confino a Pastrana, dove morirà in solitudine e disperazione.

Stemma dei Mendoza

 

 

 

 

 

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